Siamo ad un nuovo appuntamento con la rubrica Donne e Compliance, attraverso cui l’Associazione Acorà dà voce e visibilità alle donne che compongono gli organi del Direttivo.
La miniserie di interviste per rilevare il punto di vista femminile sul mondo della compliance, intervista Roberta Lacagnina, Consigliere dell’Associazione.
Buongiorno Roberta, lei fa parte del gruppo dei Consiglieri in Acorà. Ci spiega meglio in cosa consiste questo ruolo?
Il Consiglio Direttivo è l’organo che, secondo quanto previsto dallo Statuto, si occupa della gestione ordinaria e straordinaria dell’Associazione.
Insieme alle altre e agli altri componenti del Consiglio, sono impegnata nell’attuazione della mission dell’Associazione.
Ci confrontiamo sugli argomenti che possono essere di interesse e attualità per i Compliance Officer in modo da proporre iniziative di formazione, discussione e condivisione su tematiche di valore aggiunto per i colleghi impegnati nel nostro settore.
Ci racconta la motivazione che l’ha portata ad impegnarsi nell’associazione?
Al Compliance Officer è richiesto di essere un professionista sempre più flessibile e pronto a gestire i cambiamenti che la repentina evoluzione normativa impone.
Acorà svolge un’attività molto preziosa di supporto per la migliore gestione dello sviluppo di questa professione e io sono felice di poter contribuire attivamente alla vita dell’Associazione, portando la mia esperienza e il mio punto di vista.
Inoltre, il confronto con gli altri componenti del Consiglio Direttivo per me è una importante occasione di crescita e arricchimento.
Quanto è impegnativo conciliare lavoro, associazione e tempo privato?
Conciliare tutto è certamente molto impegnativo, soprattutto per chi, come me, vuole dedicare la giusta attenzione a ogni ambito.
Penso che il lavoro di squadra sia determinante, anche nel privato, per gestire questa complessità. Se hai accanto persone che ti supportano e tifano per te, tutto diventa più gestibile.
Parliamo dell’essere donna. Questo fattore ha mai influito nel corso della sua carriera?
Nella mia esperienza lavorativa, ho avuto la fortuna di collaborare con professionisti che non si sono lasciati influenzare dagli stereotipi di genere e che mi hanno consentito di esprimermi e di crescere, valorizzando la mia individualità.
Credo profondamente nel valore della diversità e penso che il percorso virtuoso verso la completa parità di genere passi attraverso l’impegno di ciascuno di noi al rispetto e all’inclusione, a partire dai piccoli gesti che ogni giorno compiamo e dal linguaggio che utilizziamo.
Sono molto ottimista: sono circondata da giovani donne e giovani uomini molto consapevoli del reciproco valore e molto rispettosi l’uno dell’altro.
Vorrei quindi interpretare questa domanda anche con una diversa chiave di lettura e dare una seconda risposta: il mio essere donna ha senz’altro influito sulla mia carriera, perché, così come il mio essere madre e insieme a tutte le altre mie caratteristiche, mi definisce e mi consente di essere quella che sono. E quella che sono mi ha portata fin qui.
Conclusioni
Grazie per le sue parole Roberta, sono di grande ispirazione! Il valore della diversità di genere è sicuramente un tassello di grande importanza e valore che porta risultati positivi nelle aziende e nelle vite di tutti.
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